Just a perfect moment… racconto d’ inverno!

Era una stanza lunga e stretta con una piccola finestra i cui vetri sottili lasciavano entrare gli spifferi e uscire il rumore del martello con il quale papa’ riparava le scarpe.

Allineate sugli scaffali c’erano le forme in legno, in un angolo le balle di cuoio, sul tavolino gli attrezzi da lavoro.

Mi sedevo sulla seggiolina accanto a lui e lo osservavo maneggiare il coltello per tagliare il cuoio con abilità e  senza sbavature; dal vaso di latta estraevo i chiodini, glieli passavo uno ad uno e lui li inseriva, con precisione millimetrica l’ uno dall’ altro, sulla  nuova suola delle scarpe da riparare.

“Oggi sto nel laboratorio di papa’” dicevo a mamma e questo mi faceva sentire importante.

Nella stufa a legna papa’ metteva sopra la brace le croste del formaggio fino a quando diventavano morbide all’ interno e croccanti in superficie.  Erano la sua meranda per me.

All’ imbrunire accendeva la lampada a petrolio, poi  mi prendeva sulle ginocchia, sopra la “traversa” spessa e consunta e mi dava il soldino per il mio lavoro di piccola aiutante.

Se chiudo gli occhi  sento ancora il rumore del suo martello, il profumo delle balle di cuoio e delle croste di formaggio abbrustolite  di quei pomeriggi d’ inverno nei quali papa’ mi insegnava la disciplina dei piccoli gesti, mi insegnava a diventare grande.

Ritrovare il piacere della disciplina dei piccoli gesti che ci rendono migliori.

@ foto Pinterest/web

12 Comments
    1. Luisa grazie, recuperare i piccoli gesti di un tempo assieme ai ricordi belli! Ogni tanto ho bisogno di questo per stemperare le troppe ore in ufficio e la fretta del lavoro! Buona serata

  1. Che bello questo racconto intriso di tenerezza e ricordi ❤️ Anch’io passavo molto tempo nell’officina di mio papa ed ogni volta che sento il picchiettare di un martello torno indietro nel tempo.

  2. Che bellissimo racconto lory ricco di tenerezza e amore…mi hai fatto ricordare il calzolaio del mio paese, un omino ricurvo con gli occhiali calati sul naso che per riconoscere i vari proprietari scriveva sotto la suola i loro nomi 😘

    1. Marina, mio papa’ era il calzolaio del paese, lo è stato per anni, io porto con me la cura per le scarpe, ma anche l’ insegnamento della sua disciplina nello svolgere quel lavoro umile e ormai dimenticato. Un abbraccio

  3. Cara Loredana, grazie per queste belle parole e immagini. Forse riesco a sentire cosa ricerchi nei tuoi ricordi: lentezza, calma, disciplina, silenzio, che non significano essere inattivi ma attivi in modo umano, consapevoli del lavoro che si sta svolgendo e dell’obiettivo cui esso è finalizzato. Buon venerdì.

    1. Milena, la mia infanzia è stata un’ infanzia povera, ma con insegnamenti che ora forse sembrano desueti ed io nella fretta del vivere di oggi, delle molte ore in ufficio ricerco la semplicita’ di antichi gesti, di parole misurate, di lentezza. Non sempre ci riesco, ma spesso si ha bisogno di fermarsi… anche di lasciare oziare la mente, di ritrovarsi.. buon venerdi’

  4. I tuoi racconti pieni di dolcezza e amore! Ricordi d’infanzia che rimangono impressi nella nostra mente e nel cuore! 💖 Buon sabato Lory!

    1. Grazie Maria Luisa, ogni tanto sopratutto d’ inverno una piccola favola ripescata nella mia infanzia riscalda … un abbraccio

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